Di Giuseppina Tratta, Martedì 15 maggio 2012 alle ore 16:05
Gli esseri umani non sono “Esseri nel mondo” ma “Esseri delle rappresentazioni che ci facciamo del mondo”
Martin Heidegger
In questi giorni ho passato decine di ore – con la testa mollemente appoggiata ad una guancia, lo sguardo offuscato ed un principio di “bolla al naso” –ad ascoltare persone che mi raccontavano perché Tizio, Caio o Sempronio si erano comportati in questo o quel modo, come mai avevano detto le determinata frase e via discorrendo, naviganti di incauta perseveranza in un oceano di supposizioni azzardate e noia.
La prima cosa che imparai da miei Maestri fu che MAI, per NESSUN MOTIVO dovevo sentirmi autorizzata a fare letture della mente. Le prime volte non fu facile, essendo io per struttura caratteriale una manipolativa passiva, ma più subivo gli agguati che io stessa mi sferravo , più mi rendevo conto di quanto interpretare arbitrariamente il pensiero o il comportamento altrui non solo fosse sciocco ed inutile, ma anche faticoso.
Riuscire a dare l’esatto valore alle parole mi ha messo nella posizione di potere dedicare il mio tempo ed il mio cervello a cose decisamente più interessanti.
Se Carla mi dice : “Non vengo al cinema perché sono stanca” significa esattamente quello che ha detto, fantasticare su altre opzioni di significato può portare solo a un profondo disagio ed il rischio è quello di inficiare la relazione.
Marco non mi ha salutato perché non mi ha visto : questa è la realtà , il fatto che abbia fatto finta di non vedermi è una mera interpretazione . Ho usato questo esempio perché, essendo io molto miope, ho sovente subito attacchi di persone inviperite per un mancato saluto.
Il problema vero è che spesso la realtà che vediamo non ci sembra abbastanza interessante e, curiosi come il gatto del titolo, la imbellettiamo a seconda di come il nostro umore ci ispira.
In una relazione di coppia, dove il rapporto è teso o stagnante, il colore del belletto di norma è nero.
Una graziosa storiella Sufi racconta di un ubriaco che cerca disperatamente la chiave di casa sulla piazza del mercato, un buon uomo – grazie al cielo esistono sempre i buoni uomini – si propone di aiutarlo. Dopo ore di vane ricerche il buon uomo chiede all’ubriaco: “ Ma sei certo di averla persa qui?” quello risponde: “ No, l’ho persa vicino a casa, ma qui ci sono i lampioni, là c’è buio”.
Da un attenta analisi dei comportamenti preferenziali degli esseri umani risulta evidente che siamo una razza di alcolisti.
“Il vero problema non sono le domande che ci poniamo, ma le risposte che ci diamo” (Kant n.d.r.) . L’autore della “Critica della ragion pura” ci ha donato un indizio molto preciso su ciò che ci affligge ogni giorno, un buon metodo per intervenire in maniera attiva e soprattutto immediata è evitare, in ambito relazionale, di porsi domande e di limitarci a vivere per divenire ciò che siamo, qui ed ora.
Quando due persone si incontrano ci sono in realtà sei persone presenti: c’è ogni uomo come egli si vede, ogni uomo come l’altro lo vede, e ogni uomo come egli è in realtà.(William James)